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Indice Catture Anno 2007

    Rubrica Catture  :::   Anno - 2007

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Pesca con la teleferica

Che Spettacolo !!

Antonio

Focene

 

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Che spettacolo, proprio quando stavo perdendo le speranze, dato che non riuscivo a pescare un'aguglia viva da innescare....!

 

Giorno 14 ottobre 2006, la mattinata si presenta delle migliori, clima mite, vento zero, ore 5,40 decido di partire alla volta di Focene, mi assicuro, come faccio sempre di avere tutto l'occorrente per provare la pesca a teleferica, sempre che ci sia dell'esca viva. La teleferica, che sicuramente conoscerete, è quella tecnica che si effettua da terra con dell'esca viva, preferibilmente aguglie, ma in alternativa possono andare bene anche mugginotti. Giunto sul posto, mi accorgo subito e con piacere che il mare è calmissimo e c'è attività in superfice, prima che inizi ad albeggiare sono già pronto con la canna ad aguglie.

 

A Focene mi sistemo sul primo molo di grossi massi e lungo circa un centinaio di metri. Purtroppo di aguglie neanche l'ombra, nel frattempo avevo già provveduto ad un lancio con la canna da innescare con il vivo, con piombo da 120 gr. E' vero che quando vorresti che il tempo si fermasse, scorre invece sempre più velocemente; erano ormai le 8,30, ma proprio mentre stavo perdendo le speranze, ecco una bella aguglia, come le definisco io da "bocconcino".

 

Provvedo subito ad innescarla con due ami, su terminale da 0,35 per circa 80/90 cm e gli ultimi 40/50 cm cavetto rivestito, termosaldante da 20 libre. L'aggancio al filo madre, lanciato con 120 gr, con un grosso moschettone che faciliti appunto la "teleferica" scorrendo fino in mare. Non appena l'aguglia arriva in mare, blocco la canna fra i massi e riprendo i tentativi nella cattura di altra esca viva, buttando di tanto in tanto l'occhio verso l'altra canna.

 

Noto che l'aguglia non è scorsa bene in acqua, infatti il terminale dove è innescata, esce dal mare per circa la metà della sua lunghezza, provvedo quindi con dei colpetti alla base della canna a facilitarne il definitivo affondamento. La cosa è riuscita, forse anche troppo bene, infatti il terminale è sparito in acqua anche con una certa ed insolitavelocità.

 

Sono quindi rimasto un pò a guardare il puntale, ma questo aveva dei leggeri movimenti, a mio parere causati dal muoversi dell'aguglia. Ho quindi incastrato nuovamente la canna fra i massi è ho ripreso l'attività di ricerca del vivo, ma dato che le aguglie sembravano essere state inghiottite dal mare, ributto l'occhio verso l'altra canna, i leggeri movimenti della punta continuavano, anzi si erano fatti più insistenti e consistenti, allora ho capito che c'era qualcosa che non funzionava o funzionava troppo bene.

 

Neanche il tempo di immaginare cosa potesse essere a far muovere la punta in quel modo, che parte la frizione in un modo pazzesco, quel rumore così forte ed improvviso ancora mi risuona nelle orecchie. Ferro la canna e non nego di aver avuto dei problemi a sganciarla dai massi, tanto che era piegata.

 

Riuscito in tale operazione, ho subito capito che qualcosa di grosso era venuto ad assaggiare la mia aguglia ed era ormai ben allamato, tanto che il mio tentativo nella ferrata risulta inutile, mi e sembrato aver agganciato uno scoglio, così tanto dura era la resistenza.

 

Il pesce ormai aveva preo un bel vantaggio, circa 100 metri di lenza e non accennava a rallentare, i pensieri che mi balenavano per la mente erano tanti, il più atroce era quello di essere costretto a tagliare se non avesse accennato a rallentare la frenetica fuga. Ma proprio mentre pensavo e ripensavo, il pesce non tirava più, anzi la lenza iniziava a "mollarsi", quindi credendo che si fosse smoccato, ho iniziato a recuperare e così facendo, sono riuscito ad imbobinare quasi tutta la lenza, ma non si era smoccato, aveva solo cambiato direzione di fuga e veniva dritto verso di me, giunto a circa 30 metri un guizzo fuori dall'acqua mi ha fatto capire di che si trattava, un fantastico serra, che proprio non ci stava a finire nel guadino e sinceramente, vista la mole, anch'io ho iniziato a temere che non ci sarebbe mai entrato.

 

Dopo circa 20/25 minuti, di frenetico combattimento, il serra sembrava sfinito, il mare calmissimo però, non mi aiutava nel recupero. I piccoli pesciolini, all'avvicinarsi di un così temibile predatore, saltavano fuori dall'acqua, quasi a volersi catapultare sulla massicciata. Il serra sbatteva la coda sulla superfice dell'acqua, ma visto che ormai già non tirava più ho capito che aveva sicuramente inghiottito un amo, allora ho capito che era tempo di agire.

 

Ho messo il guadino in acqua e dopo aver con forza trascinato il serra sopra di esso, sono riuscito a guadinarlo, ma l'ho dovuto subito poggiare sulla massicciata poichè l'asta del guadino iniziava a scricchiolare sotto il suo peso di ben 4,2 kg. Solo a mente lucida, sono riuscito a mettere a fuoco tutte le fasi della cattura, l'aguglia all'nizio non scorreva lungo la lenza madre, poichè il serra già l'aveva afferrata non appena la stessa era giunta in acqua. Il serra si conferma sempre uno dei pesci più temibili e intelligenti. E vai così!


Antonio

 


 

 

 

9 Gennaio - 2007