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Indice Catture Anno 2008

    Rubrica Catture  :::   Anno - 2008

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Pesca a Surf Casting

Leccia da paura

Erminio Menozzi: il pescatore

Settembre - Palidoro

 


Avevo immaginato che gli autori di quel genere di mangiate non potevano essere causate dai serra. I racconti da parte di bagnanti di un mare insignificante per la pesca mi convincevano sempre di più che al seguito di quei sardoni che pullulavano su tutto il bagnasciuga fossero lecce giganti.

 

Costretto da uno spirito mai domo per la pesca, mi sono lasciato convincere dal mio istinto. Cambio i fili alle bobine dei miei antichi mulinelli, monto un buon 0,45 e la scelta delle canne va su una vecchia Carson in vetroresina e una più recente Barracuda. Mi ritrovo su quel tratto di mare che non avrei mai pensato che un giorno mi ci sarei cimentato, spiaggia di Palidoro, profondità dell'acqua a 100 mt dalla riva, forse 2mt, un giorno feriale di fine settembre , spiaggia quasi deserta, eccetto un ottimista come me a 50 mt.


Il mio collega attrezzato con iacco e dotato di una certa dimestichezza nell'usarlo, mi fa omaggio di una decina di bellissimi sardoni appena catturati, bellissimi, potenti, con tutte le livree ancora visibili, infatti nella vitalità, un'altro pesce, rispetto a quelli che vediamo nelle pescherie, riesco a costruire con una busta di plastica e un buco nella spiaggia una sorta di piscinetta per mantenerli più a lungo vivi o almeno freschi.


Inizio la montatura della mia canna; lenza madre, piombo scorrevole da 100 gr. girella, finale d'acciaio 30 cm. sul quale monto 4 ami, che mi servono per innescare il sardone.
Con quel popò di montatura riuscire con il lancio ad arrivare dove sostavano i sardoni era impossibile allora entro in acqua almeno fino alla vita e poi lancio.


Torno a riva, pianto il pedegone della canna nel porta canne, i sardoni, in mare, non si muovevano, la mia esca è sotto di loro, forse si stanno riposando, segno buono, la leccia mangia in silenzio non fa attacchi come altri predatori tipo; ricciole, serra, spigole, tonnetti, lampughe, ecc.., allento appena la frizione dei mulinelli.


Verifico per 2 volte le esche, cambiando i sardoni appena morsicati dai granchi, ma intatti nell'innesco e rilancio....
la macchia di sardoni si spostava lentamente ma sempre sovrastando la mia esca, ..........la canna fa' un leggero sussulto, come quando hai uno sparaglione attaccato, dà altri 2-3 colpetti e poi immobile......recupero e trovo il sardone appena morso, riinnesco e rilancio sullo stesso punto....2 minuti e parte una mangiata che non ho mai visto nella mia vita dedicata al surf casting, impugno la canna, la Carson, nel solito punto, 20-30 cm sopra il mulinello, ma sento di non riuscire a tenere la canna verticale, alzo la presa ad oltre un metro, non so se la canna stesse scricchiolando, ma la sua curva era al massimo, canna robusta ma di quasi 40 anni, è come se avessi incagliato in un tronco sommerso, la frizione cede a tratti qualche cm di filo, attimi che sembrano eternità dove non c'è il coraggio di pensare, di fare una strategia tanta è la sorpresa o la meraviglia che si prova nel sentire che sul capo del filo c'è una preda impossibile, maestosa per un'abitat così umile.


Provo a recuperare filo, manco a parlarne, provo a pompare con la canna, ma non riesco a recuperare neanche un metro di filo......l'istinto mi dice di tentare una poco dignitosa marcia in dietro trascinandomi verso riva ciò che ormai era una certezza, una leccia, tenace, potente, indomita, solo lei così combattiva......continua la mia retromarcia trascinandomela dove lei non voleva venire......all'unico mio collega che assisteva alla scena, incredulo, gli raccomando di aiutarmi prima di, trascinandomela, scomparire dietro le dune e gli grido: quando arriva sul bagnasciuga buttagli sulla coda la mia maglietta e tirala fuori, ero dietro le dune, a circa 80-90 mt. dalla riva, non vedevo niente, lui mi dava indicazioni; tira ancora, ancora, dai ancora, ecco la vedo, è enorme, ecco fermo, fermoooo. Un attimo che mi è sembrata una vita......, filo allentato, inizio il percorso a ritroso recuperando il filo, sormontate le dune la vedo dimenarsi sulla spiaggia, era veramente enorme, ormai senza nessuna difesa, rassegnata ma consapevole di avermi dimostrato di aver venduto cara le pelle. Siamo rimasti li tutti e due, il vinto e il vincitore accumunati da un solo sentimento, la sfida, il confronto!! questa volta ho vinto io, ma quante volte ho perso.....guardandola morire ho provato un senso di tristezza ma quando me la son magnata …!!!

 

Erminio

LECCIA CAMPOGRAMMA GLADIOS

Dati:
Lunghezza ……108 cm
Peso ………….9,8 kg


 

E' la stessa leccia

Mario Verlicchi: Il Maestro di bolentino

 

 

 


 

 

 

 

1 Maggio - 2008