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Traina ricciola

 

ZEBRA DUE e il SALE

Foto ingrandita ( 130 Kbyte )

26 Agosto 2005

 

L'uscita del 24 agosto era stato come l'antipasto, che da solo, fosse anche il miglior degli antipasti, non sfama e così, sempre in ufficio il 25 agosto mi giunge la chiamata del comandante "Zebra". Come rinunciare???

Eccoci così di nuovo il 26 in banchina per i preparativi e rimbarcarci per nuove avventure.

 

Siamo ancora io ( net ), il Comandante Domenico, suo figlio Stefano, Denis (Merlino) e un amico tedesco del comandante.

Nell'animo abbiamo ancora le emozioni di due giorni prima, ma anche la memoria di quel tonno (big) catturato dagli amici fanesi, a cui avevamo anche dedicato in mare un caloroso applauso.

 

Ci mettiamo in traina nel sottocosta, le matassine bianche ci regalano quasi subito due aguglie delle dimensioni giuste per la traina con il vivo alla ricciola; durante quei momenti, puntuale come un orologio ricomincia il rito propiziatorio del SALE GROSSO, fino a finire la scatola, scalzi nel pozzetto non si cammina nuovamente da quanto ne é stato sparso, abbiamo, come per gli sposi, i capelli pieni non con il riso ovviamente...

 

Via vela destinazione per lo stesso posto di due giorni prima; siamo quasi arrivati, mancano ancora poche miglia e cosa ti vedo? Un tonno di discrete dimensioni completamente fuori dall'acqua a neanche 100 metri dalla barca. Grido subito la cosa al comandante Domenico, che neanche a dirlo, determinato, rallenta e chiede la posizione, poi vi si dirige deciso, rallenta e comincia il getto delle sarde sulla scia.

 

Proviamo così al tonno in drifting. Finita la strisciata ci fermiamo, caliamo le esche, comprese le aguglie che abbiamo riattaccato alle matassine e rifilato in acqua, non si sa mai, dovessero preavvisarci con il loro movimento dell'arrivo del tonno.... e poi stanno sicuramente meglio li che nella coffa dove l'acqua del mare si scalda anche fin troppo.

 

Passano 3 ore circa prima di finire completamente la sarda, il nostro pensiero va al tonno, visto in caccia sul vivo, ma anche alle ricciole che potevamo insidiare nel frattempo; soliti indugi e decisioni del momento, ma visto il traffico presso il funghetto dell'amore, alla fine ci tranquilizziamo per il fatto che era stata la scelta giusta.

 

Delusi per l'infruttuosità di quelle ore, rimettiamo le aguglie nella coffa e ci dirigiamo verso altre acque per trainare con il vivo.

Arrivati in zona, come già descritto per il giorno 24 agosto, ci rimettiamo in pesca con un piombo guardiano da 250 gr. e iniziamo a fare qualche giro, proprio "qualche", perché dopo poco, é il rumore del cicalino che ci risveglia dal caldo, prendo la canna, ferro e via cominciamo ad allontanarci, passo poi volentieri la canna a Stefano che per la prima volta si vede impegnato con un pesce ... di cui non sappiamo ancora le dimensioni e che si rivelerà poi di 11 kilozzi.

 

Stefano con calma si combatte e gusta il suo pesce, lo porta sotto bordo e pochi istanti dopo, con una mano all'altezza della girella che tira il pesce e l'altra che raffia, ce lo imbarchiamo per la gioia di tutti ma... Domenico intuisce che é il momento buono, le ricciole sono in caccia e così, esaurite le aguglie rimettiamo le matassine in scia. Non facciamo neanche un giro che ecco la prima, é grossa, non sta nella coffa, la inneschiamo velocemente e la filiamo subito in acuqa.

 

Questa volta gli dal palloncino al piombo abbiamo lasciato 25 metri, più acqua e anche più piombo, 400 gr in modo da rimanere più giù e chissà, magari incocciare in qualcosa di più grosso. Neanche un giro e cominciamo lentamente ad allontanarci, stiamo parlando di un amico del Club che dovrebbe essere in mare anche lui quel giorno, Paolo.

E mentre siamo distratti dalla discussione, mi accorgo per un attimo che il palloncino non é fuori dall'acqua come pochi istanti prima. Allento la frizione e rilascio una decina e più metri di lenza; l'aguglia é troppo grossa e se quel comportamento del palloncino fosse l'avvisaglia di una mangiata, vorrei che la ricciola avesse il modo di ingoiarla tranquilla.

 

Rimesso la frizione al suo posto, mi volto e ricominciamo la discussione, quasi mi scordo di quelle precedenti avvisaglie del palloncino, quando é il cicalino che me le ridesta. Non é possibile, un altra?

Passa qualche istante prima della ferrata, non sia mai che abbia mangiato male, intanto il palloncino se ne sta andando per conto suo, ferro il pesce e il comandante mi dice: giocatela tu. E chi si tira indietro !

 

I primi istanti si sente poco il pesce, il grosso é recuperare il filo fuoriuscito per la resistenza offerta dal pesce e per l'allontanamento operato dalla barca per andare in acque più sicure. Finalmente il pesce arriva diretto sulla canna, lo sento pesante, recupero filo e lui puntualmente se lo riprende, l'aver trainato più a fondo sembra aver portato frutti più "pesanti". Più volte ritorna alla sua profondità, finché ormai esausto cede la trazione delle 30 libbre e si avvicina alla zona del raffio dove Domenico l'aspetta con impazienza...

Inutile dire il resto, 20 kg di ricciola nuovamente nel pozzetto, a bordo é gran festa !

 

Non ci interessa insistere anche se l'orario ce lo permetterebbe, il mare oggi é stato generoso e, rispettosi di questo, ce ne rientriamo in porto per le foto di rito.

 

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DENIS - "Merlino"

 

 


31 Dicembre - 2005 (Powered by Net Tuna)

 


Stefano in combattimento - ZEBRA DUE Club Nautico Pesaro