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Racconti ed immagini di alcune catture segnalateci per l'anno in corso.








La ricciola: Tecnica di pesca

 

Pesca alla ricciola = pesca con esca naturale.
Se vogliamo scostarci da questa uguaglianza possiamo tentare con l'artificiale.
Per mia esperienza le catture si limitano ad esemplari fino a cinque- sei kili.
Quando la ricciola aumenta di peso sembra quasi che rifiuti l'artificiale, eccezioni a parte.
Sfogliando giornali specializzati si incontra sempre il solito fortunato che mostra esemplari di trenta kili catturati con l'artificiale.
Ma sono solo casi.

 

Esche artificiali

Per chi vuole tentare comunque:
Velocità in nodi 3,8 - 4.
Terminale chiaro del 60mm .
Artificiali tipo Rapala nei colori GM o SM da 14 cm. con paletta metallica (affondanti).
Affondatore con palla da circa 5 kili.
Distanza della palla dall'esca circa trenta metri.
Strusciare le punte o il sommo delle secche e……buona fortuna.

 

Esche naturali

Per i " veri " pescatori di ricciola invece è imperativo procurarsi l'esca naturale.
Si spazia dall'occhiata alla seppia passando per il sugarello ed il calamaro, ma l'esca regina resta comunque l'aguglia.
Ce la procureremo usando le matassine oppure con i bigattini su ami del 10 magari montati in serie di 5 o 6 per aumentare il numero di catture , oppure con la striscina di pelle di pesce, la stessa aguglia va benissimo, conficcandovi l'amo da una parte e fissando l'altra parte con un nodo parlato, oppure usando un verme, il coreano va benissimo od infine con un piccolissimo cucchiaino.
Una parolina sui cefalopodi, vanno benissimo anche morti purchè alla seppia si tolga l'osso e si ricucia la carne e per il calamaro che abbia ancora quella pellicola rossa su tutto il corpo, il calamaro soprattutto così presentato ha le stessa efficacia dell'aguglia viva.
Ma torniamo all'esca regina.
Dovremmo montarla su due o tre ami in serie.
Se ci atterremo alle regole I.G.F.A. massimo due ami e fissi.
Altrimenti un amo più piccolo a scorrere e due fissi.
L'amo piccolo verrà conficcato nel becco dell'esca da sotto a sopra chiudendo quindi la bocca.
Gli altri due ami uno in genere sotto la testa e l'altro alla coda , avendo cura di conficcarli sotto pelle e non nella carne per non pregiudicarne la vitalità.
Io uso sempre due ami fissi legati ad una distanza di circa 18/20 cm tra loro, che pianto nell'aguglia come descritto in precedenza mentre al posto dell'amo piccolo scorrevole, uso un tubicino di silicone, del tipo usato per gli starlight, infilato nel terminale prima di legarvi gli ami, che faccio scorrere sul becco dell'aguglia fissando così la testa .
Una parola per l'innesco dell'occhiata in quanto l'amo più arretrato va conficcato nei pressi della coda, non sotto la pancia ma sopra il dorso.

Una volta filata in mare l'esca, nasce in problema su come affondarla.

Piombo guardiano e affondatore.
Penso che le due tecniche si equivalgono.
Con poche differenze

  1. La ferrata
    Il piombo guardiano dai sei etti al kilo, fissato con uno spezzone di dacron o di nylon a circa trenta metri dall'esca di per sé offre resistenza all'abbocata del pesce ed aiuta l'amo a conficcarsi.
    Con l'affondatore la lenza madre, anch'essa a circa trenta - quaranta metri dall'esca, è trattenuta alla palla di piombo da una pinza che per le sue caratteristiche, si oppone in minima parte all'attacco del pesce.
  2. Il contatto con il fondo
    Il piombo guardiano offre la possibilità di strusciare il fondo con meno rischio di afferrare, si trova infatti circa due metri sotto l'esca (tanto in genere è lungo lo spezzone), ma per far questo il pescatore è costretto a tenere in mano la canna con il dito sulla lenza.
    Diversamente se ci affidiamo allo scandaglio per sollevare o affondare l'esca agiamo in analogia a chi pesca con l'affondatore e decade quindi questo vantaggio.

Velocità

Per la velocità di traina poco da dire , più lento possibile , un nodo un nodo e mezzo è l'ideale.
Più piano andiamo e più la nostra esca ha la possibilità di muoversi e questo fa impazzire le ricciole.
Nella mia personale esperienza il maggior numero di ferrate le ho sempre ottenute nelle virate quando cioè la lenza si allenta leggermente e offre all'esca dei movimenti in più.

 

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13 Aprile - 2001 (Powered by Net Tuna)